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Pensiero di Giorgio Zabeo

Conobbi Tiziano nei primi anni ’80. Era tornato a San Dona’ di Piave dopo un lungo periodo vissuto a Milano, dove aveva frequentato il mondo degli artisti milanesi e aveva collaborato con diverse gallerie e case d’arte.
Molte sere andavo a casa sua e mi mostrava le opere che stava per ultimare (cosa abbastanza rara per i pittori). Mi spiegava le tecniche, le sfumature, i colori, i contrasti, gli sfondi; mi faceva vedere come si può dipingere su una tela, su un pezzo di cartone, su una tavoletta. In quelle serate, mentre vedevo crescere un’opera sotto gli occhi, ritrovavo il piacere per la pittura che avevo avuto sin da bambino. Le parole e i gesti esperti dell’artista suscitavano in me sempre più interesse e passione per l’arte. Da allora gli incontri con Tiziano, anche se meno assidui, non si sono mai interrotti, perciò ho avuto modo di seguire tutto il suo percorso artistico rimanendone in ogni fase affascinato. Dalle figure distorte e un po’ stilizzate, alle nature morte, ai paesaggi, alle immagini sacre, agli oggetti e agli ambienti che gli ricordano l’infanzia e la gioventù. E sempre ogni sua opera, siano pochi oggetti o immagini complesse, mi ha attirato con forza a sé per farsi ammirare e cogliere in ogni suo elemento. Il mio amico pittore tratta il colore con una tecnica precisa, accurata e insieme disinvolta, avvalendosi non solo del pennello, ma anche di rulli, spatole varie e altri arnesi. Il tutto gli permette di dare ai suoi quadri sfumature e contrasti straordinari che esaltano i soggetti. Gran parte delle sue opere sono così ricche di particolari che, dallo stesso quadro, se ne potrebbero estrapolare altri. Tiziano è un artista completo, che sa dare alle sue opere, in una grande dimensione poetica, l’espressione della realtà e della vita vissuta. E la luce che le pervade emana la tranquillità di un mondo naturale, entro il quale vorremmo penetrare e ritirarci.

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